La presa di Roma fu l'atto di guerra che, nel contesto del Risorgimento e della questione romana, annetté al Regno d'Italia ciò che restava dello Stato Pontificio dopo i plebisciti del 1860, cioè il Lazio[1], sancendo così la fine del potere temporale dei papi. Roma fu invasa dai bersaglieri italiani attraverso la breccia di Porta Pia il 20 settembre 1870, e i territori ex pontifici furono annessi all'Italia dopo i plebisciti dell'ottobre seguente. Il 3 febbraio 1871 l'Italia trasferì ufficialmente la capitale da Firenze a Roma.[2] Il 20 settembre fu celebrato come festa nazionale fino al 1930, quando fu abolito in seguito alla stipulazione dei Patti Lateranensi.